Commodore Software by C.T.O.

Fondata a Bologna nel 1983 da Marco Madrigali ,con sede a Zola Predosa, la C.T.O. S.P.A. è stata una delle principali distributrici di software in Italia. L’azienda è conosciuta soprattutto per il suo operato nel settore dei videogiochi, all’interno del quale nel corso degli anni novanta e nei primi anni duemila ebbe una posizione di primaria importanza.

Il fondatore Marco Madrigali

Il successo dell’azienda fu dovuto soprattutto alle importanti partnership che seppe stipulare: nel 1987 C.T.O. ottenne i diritti per la distribuzione italiana dei videogiochi di Electronic Arts, mentre nel 1989 strinse un accordo analogo con la Lucasfilm Games. Ciò le permise di distribuire in lingua italiana videogiochi di successo come la serie Fifa e quella NBA Live, così come i titoli basati sull’universo di Star Wars, diverse avventure grafiche della LucasArts, come la serie di Monkey IslandGrim Fandango, i giochi ispirati ai film di Indiana Jones e i primi titoli dell fortunata saga motoristica Need for Speed. Nel corso degli anni novanta C.T.O. distribuì in Italia, tra gli altri, anche i titoli prodotti da Novalogic, Wanadoo, Cryo Interactive, Infogrames e Coktel Vision. L’azienda era solita organizzare conferenze stampa per la presentazione delle novità a livello nazionale, e si occupò anche di localizzazione in italiano dei prodotti. Nel 2001 l’azienda si assicurò i diritti di distribuzione italiani del MMORPG di grande successo Dark Age of Camelot, gestito dalla sua controllata di riferimento per il mondo online, CTOnet.

C.T.O. si è occupata per alcuni anni anche della produzione di accessori per videogiochi. L’azienda entrò in tale settore nel 1999 con la creazione del marchio “Xtecnologies”, mediante il quale produsse periferiche di gioco, stringendo anche degli accordi per la produzione di controller su licenza Lamborghini e Ducati. Nel 2001 si rafforzò in questa direzione, acquistando un ramo dell’azienda cinese Max Wise, e nello stesso anno entrò attivamente anche nello sviluppo e nella produzione di videogiochi mediante l’acquisizione dello sviluppatore francese Arxel Guild. Inoltre, nel 2002, l’azienda strinse un accordo con la catena di giocattoli statunitense K B Toys, attraverso il quale ebbe l’opportunità di distribuire i propri accessori anche negli Stati Uniti.

Nonostante i buoni guadagni fatti registrare a partire dalla fine degli anni novanta, che portarono l’azienda ad essere anche quotata in borsa, negli anni duemila C.T.O. andò incontro ad una forte crisi. All’origine della parabola discendente dell’azienda ci fu la decisione da parte di Electronic Arts, dopo una controversia originatasi nel 2003, di gestire in prima persona la distribuzione dei propri titoli in Italia; l’editore statunitense, tuttavia, garantiva con i suoi prodotti circa il 70% degli introiti di C.T.O., che, perso il suo principale partner, si ritrovò gravemente indebitata. La società non riuscì più a risollevarsi dalla crisi interna: messa in liquidazione, il 20 settembre 2004 le venne notificata la dichiarazione di fallimento emessa pochi giorni prima dal Tribunale Fallimentare di Bologna, segnando la fine della sua attività.

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