Archon

Archon: La luce e l’oscurità

Ichi-go Ichi-e” significa letteralmente “Un arco di tempo, un incontro.”
Questa espressione giapponese nasce nell’ambito della tradizionale cerimonia del tè per esprimere la solennità del momento e l’importanza dell’impegno nell’incontro con l’altro, poiché ogni incontro è unico nella vita e potremmo non avere un’altra occasione per rivederci. Ricordarci di vivere ogni momento come se fosse irripetibile ci aiuta ad apprezzare un gesto che, sebbene possa sembrare ripetuto e sempre uguale, come nel rituale del tè, in realtà è un momento unico d’incontro da essere vissuto intensamente: esso non si ripeterà mai più e in quell’istante rappresenta la nostra intera vita. Per questo ogni incontro è un tesoro.

Ma facciamo un passo indietro…

Verso la fine degli anni ’70 Anne Westfall è una madre divorziata che si prende cura dei suoi due figli, del suo ranch e dei suoi vigneti a Sonoma in California: ha appena compiuto trent’anni e ha deciso di iscriversi al Santa Rosa Junior College. Dopo aver tentato differenti corsi rimane ammaliata da una classe di programmazione per computer in BASIC. In poco tempo diventa così brava da essere assunta da una società di ingegneria civile come programmatrice sul TRS-80.

Ora ha una carriera, e nel 1980, durante la Fiera del Computer della West Coast, lo stand della sua azienda è proprio accanto a quello di Jon Freeman, co-fondatore e progettista dell’Automated Simulations,la società che in futuro diventerà la Epyx di Summer Games e Impossible Mission, e che in quel momento aveva appena pubblicato il favoloso Temple of Apshai oltre a numerosi altri giochi strategici. Tra Jon e Anne scatta subito un’intesa, una scintilla creativa e anche romantica: cinque mesi dopo si sposano e lui la convince a lasciare il suo lavoro per programmare videogiochi all’Automated Simulations.

Un anno più tardi lo stesso Freeman in seguito ad un contenzioso con il suo socio Jim Conneley decide di abbandonare l’Automated Simulations: Conneley si ostinava a continuare lo sviluppo dei motori grafici in BASIC perché garantivano il funzionamento su qualsiasi computer con almeno 16k di memoria, mentre Freeman, forte del talento della moglie desiderava orientarsi verso macchine più recenti come l’Atari 800 e il Commodore 64, abbandonare il BASIC e riscrivere tutto da zero in linguaggio Assembly.

Jon Freeman e Ann Westfall

Era nata la Free Fall Associates. Nelle intenzioni dei coniugi c’era l’idea di sviluppare giochi che potessero essere un connubio tra strategia ed azione, veloci e graficamente piacevoli ma articolati e con un certo spessore, insomma mai banali! Una notizia che non passò inosservata a Trip Hawkins della Electronic Arts che da sempre era in cerca di nuove idee nel campo del software. Jon e Anne proposero ad Hawkins un gioco di strategia vagamente simile agli scacchi che sarebbe esploso in una modalità di gioco d’azione “uno contro l’altro” quando due pezzi si fossero incontrati sulla scacchiera. Hawkins era entusiasta! Jon decise di chiamare anche un’altra persona per il progetto, Paul Reiche III, che lo avrebbe aiutato nella progettazione: stava per nascere Archon: La luce e l’oscurità!!

Jon Freeman, Paul Reiche III e Ann Westfall

A prima vista Archon potrebbe apparire come una variante del gioco degli scacchi in quanto ne ripropone la classica tavola quadrata divisa in caselle (alternativamente di colore chiaro e scuro) sui cui lati opposti i giocatori dispongono i pezzi che si dovranno fronteggiare nella partita.
Tranne questa premessa Archon non ha molto altro in comune con il gioco degli scacchi, anzi in realtà la scacchiera in Archon è per giunta più grande (9×9 invece di 8×8) e conseguentemente richiede 2 pezzi in più per ogni giocatore.

In Archon il movimento dei pezzi è totalmente differente: mentre negli scacchi ogni pezzo ha un suo caratteristico movimento in Archon i pezzi sono divisi in due categorie: Terra (che possono muoversi solo orizzontalmente o verticalmente e non possono saltare gli altri pezzi) e Aria (che possono muoversi anche in diagonale e saltare gli altri pezzi) e soprattutto in Archon quando un pezzo muove su una casella occupata dall’avversario non ne consegue l’immediato annientamento di quest’ultimo ma i due pezzi vengono disposti in una “arena di combattimento” a schermo intero in cui dovranno combattere in modalità azione, gestiti dai giocatori, per determinare chi vincerà la casella. Il più forte generalmente sconfigge il più debole, ma non sempre, e un combattimento può portare anche all’eliminazione di entrambi i pezzi. Questa semplice ma geniale alternanza di strategia e azione è il fiore all’occhiello di Archon!

Le due forze opposte non sono immagini speculari l’una dell’altra come negli scacchi. Nel gioco, che è sottotitolato “La luce e l’oscurità”, il lato chiaro (probabilmente buono) ha pezzi diversi e con differenti capacità, armi, velocità e resistenza rispetto al lato oscuro (presumibilmente malvagio). Le armi variano in base a gittata, velocità e potenza. Alcune unità sono da combattimento di mischia; altri sparano missili o palle di fuoco; il pedone (rappresentato dai cavalieri sul lato “chiaro” e dai goblins sul lato “oscuro”) è rapido ma ha pochissima forza; la sua arma, una spada o una mazza, ha una portata e una potenza limitate. Il drago è più forte e può attaccare da lontano, mentre un golem si muove lentamente e spara un macigno lento ma potente, altri ancora, come le banshee, hanno un attacco da campo di forza che si espande verso l’avversario.

Durante la fase di combattimento è possibile controllare la salute dei due sfidanti, un’informazione preziosa per la strategia di entrambi i giocatori nel successivo turno di battaglia. Tutte e due le parti hanno un’unità incantatrice (il mago o la maga) che può lanciare sette diversi incantesimi una sola volta per partita. Alcuni pezzi hanno abilità speciali: La fenice può trasformarsi in una palla di fuoco, danneggiando il nemico e proteggendosi dai suoi attacchi. Il mutaforma assume la forma e le capacità di qualunque pezzo gli si trovi contro. Il potere di un pezzo è influenzato dalla casella in cui si svolge la battaglia, con ogni giocatore che ha un vantaggio sulle caselle del proprio colore.
Tra le caselle della scacchiera, 25 sono sempre chiare e 25 sempre scure. Tuttavia, le restanti 31, inclusi i tre punti di forza centrali, passano costantemente dalla luce all’oscurità e viceversa. Questo è un aspetto cruciale nel pianificare una strategia in Archon, perché le unità bianche ottengono un grande vantaggio quando combattono sui quadrati bianchi e viceversa. Così il giocatore astuto pianifica i suoi attacchi e le sue ritirate, in una scacchiera sempre in continua evoluzione.
Obiettivo del gioco è generalmente distruggere tutti i pezzi avversari oppure occupare tutti e cinque i punti di forza. Più raramente, una parte può anche vincere imprigionando l’ultimo pezzo rimasto del suo avversario. Se ogni parte ha un solo pezzo e i due pezzi si distruggono a vicenda in combattimento, il gioco finisce in parità.

Archon per me significa davvero “Ichi-go Ichi-e”: come avrebbe detto il grandissimo Luciano de Crescenzo è “un incontro con i pensieri, un appuntamento con la fantasia!” Ad otto anni appena dopo aver finito i compiti mi potevo incontrare a casa mia con Golem, Troll, Arcieri, Polimorfi, Manticore, Unicorni, Basilischi, Draghi, Cavalieri e Maghi: potevo volare con le ali della fantasia in un mondo fantastico popolato da creature mitologiche di cui non avevo mai sentito parlare prima. Era anche l’occasione per invitare a casa mia qualche amichetto e giocare insieme! Quante ore liete di divertimento e quanta spensieratezza in quei pomeriggi di svago. Archon dal principio è l’incontro di Anne con la programmazione, è l’incontro di Anne e Jon alla fiera del Computer della West Coast e del loro sodalizio artistico e sentimentale, è l’incontro con Trip Hawkins e infine con Paul Reiche III.
Continua ad essere occasione d’incontro anche con te, che ora stai leggendo questa recensione…
Come se ora fossi Bastian, il bambino protagonista de “Storia Infinita”, e prendessi parte alla storia che continua tuttora ad essere scritta dall’incontro con Archon: La luce e l’oscurità!


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