Strip Poker – Il Pornhub del passato!

Siamo una generazione fortunata… non siamo ancora del tutto ciechi.

Mi chiamo Roberto Lanciotti e faccio parte della generazione “Boomer”. Classe 1964 ho vissuto in prima persona il grande progresso tecnologico dagli anni ’80 in poi…

Oggi nel 2023 è ormai tutto molto smart, ma negli anni ’80 le cose non erano così. I miei coetanei questo lo sanno benissimo; per far funzionare le cose avevamo bisogno tutti di una certa “lentezza”. Noi ci eravamo abituati e non ci lamentavamo mai.

Si cresceva più lentamente, fino a diciotto anni si giocava a pallone sotto casa o si era a caccia di lucertole. Poi a 19 anni arrivava una cartolina e ci mandavano a fare il servizio militare. All’inizio degli anni ’90 però ce l’avevamo fatta! Eravamo sopravvissuti!! Dalle elementari con tanto di fiocco e bacchettate sulle mani, agli incidenti in motorino senza casco e senza targa.

Il Ciao della Piaggio. Mio padre ne avevamo uno identico, blu ma con marmitta modificata. A 16 anni gli chiesi se potevo provarlo ma mio padre mi disse di no, mi promise comunque che potevo prenderlo a 18 anni. Il giorno del mio 18° compleanno gli ricordai quello che mi aveva promesso… gli dissi: papà ora che ho 18 anni posso prendere il motorino… lui mi rispose… certo!! A pedali e fino alla fine della strada di casa!

Eravamo comunque una generazione molto timida. L’educazione ci era data a suon di schiaffoni e non solo… ma come i giovani d’oggi avevamo anche noi tanti sogni e desideri. Allora il (mio) sogno e di ogni adolescente era di essere come Hugh Hefner, il simpatico miliardario attorniato sempre da splendide ragazze… era il padron di Playboy, dove delle provocanti conigliette erano capaci di dar gioia a uomini di ogni età. Noi avremmo fatto di tutto per vedere solo qualche foto in pose ammiccanti.

Quando si passava davanti ad un giornalaio c’era una sorta di turbamento… con la coda dell’occhio si vedevano le riviste sexy che dall’alto ti facevano sentire “inadeguato”.

Sapevamo poco e niente sul sesso. Non era una cosa solo mia ma una cosa comune per tutti i miei coetanei.

Hugh Hefner con i camerieri dell’originale Playboy Club, Chicago, 1960 (PRNewsFoto/Playboy Enterprises, Inc./AP Images)

Con la famiglia era un tabù solamente parlarne, ci si confidava con gli amici , con i cugini più grandi oppure con i colleghi di lavoro. Ci raccontavano storie straordinarie, di fantomatici incontri in Balere, di scambi di sesso per un paio di collant. Si andava in discoteca ma il più delle volte ti capitava di rimorchiare un bel maschione che con la scusa di darti un passaggio a casa (si andava tutti con l’autobus) si accostava troppo al guardrail e non ti faceva scendere perchè non riuscivi ad aprire la portiera… “Che fai non vuoi scendere??” “Meglio che ti fai 2 metri più avanti, dicevo, se vuoi tornare sano a casa…”

In realtà quello che negli anni ’80 era erotico, oggi sarebbe sul diario di un bambino alle elementari. Noi eravamo tutti dei sognatori e ci accontentavamo veramente di poco… Intravedere quel “qualcosa” sotto la mutandina dal Postalmarket ci regalava momenti indimenticabili, la notte si passavano ore sulla tv a fare zapping sperando di vedere qualche immagine con una prosperità “felliniana”. Il giorno dopo sui nostri visi comparivano onanistiche occhiaie e nell’ordine poteva capitare di avere : disturbi visivi, foruncoli, bulimia, problemi digestivi, tremito alle ginocchia, blefarospasmo, mal di testa, malattie veneree (chissà perché), caduta dei capelli, tisi, mielite e simili.

Umberto Smaila e le sue ragazze Cin Cin hanno provocato migliaia di danni permanenti alla retina!!!

Ma io ero un ragazzo fortunato e il più delle volte non avevo bisogno di questi escamotage. Il bello di avere un sistema aperto, com’era il Commodore 64, semplificava di molto le cose… Tanti erano i titoli “vietati” che potevamo gustare velocemente…. il più famoso era quello di Samanta Fox “Strip Poker” !! Un titolo, una leggenda. Un gioco di cui tutti, almeno una sola volta, abbiamo sentito parlare. Il bello era che Samanta Fox a quel tempo non era nemmeno una star. Era famosa solo per avere un grande seno e un piccolo cervello e per questo era amata da tutti gli adolescenti del mondo. Ricordo la fila per avere il poster gratuito in regalo con il gioco, e poi le riunioni sediziose con gli amici, dove, con trepidazione, aspettavamo il premio finale; una semplice immagine della protagonista in topless.

Oggi preso dalla nostalgia di quei tempi, ho fatto questa piccola sessione “vietata ai 18 :)”, dove potrete capire quanto siamo stati miracolati. Molti di noi oggi portano gli occhiali non per sembrare più intelligenti, ma perchè negli anni bui della nostra adolescenza abbiamo conosciuto Samanta Fox.

Vi saluto lasciandovi un piccolo download dove potrete trovare quei giochi “proibiti” che tanto ci hanno insegnato nella nostra adolescenza.

Buon divertimento.





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