Defender of the Crown

Le dame, i cavalier, l’arme, gli amor..no non sto citando qualche libro di letteratura cavalleresca antica, ma è come ricordare un bellissimo periodo storico letterario che mi appassionava.
Così come mi ha appassionato questo gioco, dalla grafica spettacolare e dalle musiche inconfondibili.
Bellissima la intro con le scritte che brillano d’oro e la musica cavalleresca che usciva dal potente Sid del Commodore.
Ma veniamo al gioco, e scopriamo di cosa si tratta. In Defender ci troviamo circa nel XII secolo, precisamente in Inghilterra. E’ un momento storico molto brutto dato che le isole britanniche hanno perso il loro amato re. E noi (giocatori) avremo il compito di interpretare un cavaliere sassone allo scopo di riportare pace unione e serenità nel regno.
A questo punto, come procede il gioco? Semplice: interpretando uno dei 4 personaggi a disposizione (Wolfric il selvaggio, Wilfred di Ivanhoe, Cedric di Rotherwood e Geoffrey Longsword) dovrete proteggere il vostro castello dagli attacchi dei Normanni, e contemporaneamente espandervi nei territori circostanti per recuperare tutti i territori perduti o conquistati.
La mappa di gioco è divisa in 18 settori, che andranno ovviamente tutti conquistati. E si potrà fare in diversi modi: ovvero andando proprio a dare battaglia in un territorio conquistato dai Normanni, oppure costruendo nuove forze in territori deserti, andando quindi ad acquisire forza lavoro utile ad andare avanti nel gioco. Ci sono fasi concitate in cui ad esempio indiremo tornei a cavallo (spettacolari le animazioni in queste fasi, praticamente identiche alla versione Amiga), oppure in cui annetteremo automaticamente i territori che non sono occupati. Oppure andremo a salvare le donzelle in pericolo al castello con eccitanti combattimenti di spada. Ci saranno invece anche fasi statiche, quasi matematiche, dove il computer agisce e capisce se un territorio può essere annesso, se possiamo spostarci, e naturalmente simula anche l’avanzamento dei nemici.
Infine, bellissima chicca storica, Robin Hood sarà pronto ad aiutarvi per ben 3 volte, andandolo a cercare nella foresta di Sherwood. Nemmeno a dirlo, il gioco finirà non appena avrete conquistato tutta l’area di gioco.
Quello che colpiva era l’eccezionale grafica statica, ma a parte questo e una superba colonna sonora iniziale, il gioco era alla fine uno strategic game, nulla di piu. E’ uno di quei giochi che mi appassionò molto per la grafica, ma poco per il game play. Una volta finito, difficilmente l’ho ripreso per giocarci ancora. Ma è innegabile, come scrisse al rivista del settore, come grafica e sonoro fossero eccezionali e nel loro gran prix dell’87 diede battaglia a The Last Ninja come miglior gioco in assoluto.

Ultima citazione il sistema di controllo: il joystick fungeva da mouse (nella versione originale Amiga si faceva tutto, appunto, con il mouse) ma il sistema era semplice e veloce. Solo nelle fasi del torneo e nei combattimenti con la spada il joy assumeva la sua vera funzione.
A questo punto, vi lascio al solito longplay di questo capolavoro di grafica e sonoro, e scaricate se volete il gioco in fondo all’articolo.
… e non dimenticate di scaricare il gioco!!
