52° Dumping «Verso l’infinito… e oltre!»

Nel cielo si scorge qualcosa di misterioso in movimento, ma di cosa si tratta?

Nel 2023, le conversazioni riguardanti gli oggetti volanti non identificati hanno preso piede, in seguito alle rivelazioni di un informatore che sosteneva che gli Stati Uniti avessero rinvenuto i resti di un’astronave extraterrestre schiantatasi. Il Pentagono ha negato tali affermazioni, ma il Congresso americano ha continuato a seguire con attenzione la questione e, a giugno di quell’anno, il Comitato di supervisione della Camera ha indetto un’audizione sugli UFO, noti nel linguaggio ufficiale come “fenomeni aerei non identificati” (UAP). “Oltre ai resoconti di un informatore”, ha dichiarato un portavoce del comitato, “continuano a emergere rapporti su eventi anomali non riconosciuti”. Affermazioni simili circolano da decenni. La moderna era di avvistamenti e ricerche sugli UFO ha avuto inizio dopo la Seconda guerra mondiale, con un’improvvisa ondata di segnalazioni inspiegabili. I funzionari statunitensi non pensavano necessariamente di entrare in contatto con forme di vita extraterrestri durante le loro indagini: con l’avvio della guerra fredda contro l’Unione Sovietica, i leader americani temevano che gli UFO potessero rappresentare una minaccia proveniente da una nazione avversaria. Sebbene non ci sia mai stata un’invasione aliena, gli avvistamenti persistono, così come le indagini correlate.

Gli UFO.
Intervista il Prof. Roberto Pinotti

Prof. Pinotti, gli Ufo esistono davvero? “Ovviamente sì, ormai anche il Pentagono lo ha dichiarato ufficialmente con il documento del 21 giugno 2021”.
Roberto Pinotti è uno dei massimi esperti internazionali e personaggio di riferimento del C.U.N., Centro Ufologico Nazionale; veneziano ma fiorentino di adozione, 80 anni, ha dedicato la sua vita e i suoi libri al fenomeno degli oggetti volanti non identificati (e infatti l’acronimo italiano è Ovni). Li ha raccontati in 67 volumi tradotti in sette lingue e ora ne ha fatto un compendio con documenti inediti per Vallecchi dal titolo Ufo Italia.
Da Mussolini al Pentagono (con lui ha collaborato Alfredo Lissoni): 596 pagine ricche di illustrazioni e di atti ufficiali di enti e governi di tutto il mondo.

La scoperta che più le sta a cuore in questo volume è l’esistenza di un Gabinetto segreto voluto dal Duce nel 1933 e guidato addirittura da Guglielmo Marconi.
Quale la sua importanza? “La creazione di un tale ufficio dimostra che gli avvistamenti sottaciuti durante il fascismo erano in realtà tutti plausibili a partire da quello dell’agosto 1924 osservato da tale Osmondo Prampolini sul cielo di Reggio Emilia; il più deflagrante è il crash del 1933 a Vergiate, in provincia di Varese: il velivolo non identificato si schiantò in un campo, i resti dell’oggetto e i corpi dei due piloti furono subito portati in un hangar militare e poi trasferiti in tutta segretezza in America. Si tratta dell’evento più importante fra quelli studiati dal Gabinetto RS33 della cui esistenza ora siamo certi, ma che al tempo veniva negato”.

Perché questa reticenza? “Da sempre la questione è stata appannaggio delle autorità militari che tendono a nascondere tutto. Mano a mano che si è capito che potesse trattarsi d’altro, si è taciuto perché si trattava di situazioni nuove a livello psicosociologico che potevano avere reazioni difficilmente prevedibili”. Mussolini che cosa pensava degli oggetti avvistati? “Che potesse trattarsi di armi segrete di Stati europei che invadevano il nostro territorio. Temeva soprattutto che fossero i tedeschi a spiarci”. Che ruolo ha avuto Marconi in tutto questo? “Era il capo scientifico del Gabinetto RS33 e cercava spiegazioni in questo settore”. Ce ne sono state? “Abbiamo demandato tutto agli americani, e lo abbiamo fatto anche finito il fascismo, come nel caso di Castelporziano nel 1963”.

Quale personaggio del regime era più vicino a svelare la verità? “Galeazzo Ciano. Ritengo che a inviarci in forma anonima il materiale che abbiamo potuto consultare, studiare e soprattutto verificare sia stato, prima di morire, l’ultimo suo figlio. Questi file segreti potevano venire alla luce, ma poi il gerarca fu fatto giustiziare dal suocero”. Ma anche nel dopoguerra si è nascosta la verità, come mai? “Perché si tratta di una scoperta che avrebbe fatto sentire noi homo sapiens detronizzati del ruolo centrale nell’universo e un crollo dei nostri valori avrebbe fatto implodere la società”. Qualche politico seguiva particolarmente il fenomeno? “Giulio Andreotti era molto curioso”. C’erano spiegazioni alternative al fatto che gli oggetti non identificati fossero alieni? “Erano ridicole. L’ipotesi che si trattasse di armi cinesi o russe, per esempio, non reggeva perché le loro tecnologie non erano così avanzate”. Ma perché gli alieni non si manifestano? “La domanda è: saremmo interessanti per loro? Secondo me assolutamente no, hanno una tecnologia talmente avanzata che sono già fra noi e si spostano senza interferire perché a loro non frega nulla degli umani. Usano la Terra come Transmedium per viaggi interstellari e non escludo che qualcuno sia stato contattato per aiutarli nelle loro basi”. Pensa davvero sia così? “Un ex membro del Pentagono l’ha detto: esiste una collaborazione americana con una civiltà aliena”. E ha descritto come sono? “Possono anche essere solo tecnologia e macchine”. Quindi nessun omino verde, nessun Et, nessun essere simile a un rettile? “Quella è fantascienza, i nostri sono studi scientifici: all’inizio ci davano dei visionari ora il rapporto è cambiato. E questo in tutto il mondo come mi viene dimostrato nei miei innumerevoli viaggi all’estero per convegni scientifici serissimi”.

Prof. Pinotti ha mai avuto incontri ravvicinati del terzo tipo? “Tre volte. La prima nel 1978 a Perugia. Eravamo in nove e vedemmo dozzine di oggetti non identificati danzare sopra le nostre teste, li fotografammo e le scie erano precise, vi furono altre duemila segnalazioni quel giorno. Una volta in Messico dove mi trovavo a realizzare un programma per la Tv svizzera italiana. E infine a Firenze”. Ma dobbiamo avere paura? “Di cosa? L’ho già detto: se avessero voluto farci del male a quest’ora non ci saremmo più”.


Concludendo possiamo dire che sia gli UFO che i dumping del Dumpclub64 rappresentano fenomeni che sfuggono alla comprensione comune, evocando un senso di mistero e curiosità. Gli UFO, simbolo di esplorazione e dell’ignoto, ci spingono a guardare oltre i confini del nostro mondo, mentre il dumping ci invita a riflettere sull’arte del recupero e sul valore del riuso in un’epoca di consumismo sfrenato. Entrambi, in fondo, ci mostrano che ci sono mondi alternativi da scoprire, che sfidano le nostre percezioni e ci invitano a esplorare nuove dimensioni, sia nel cielo che nella cultura contemporanea.

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