Il mistero di Lady Be Good

Ci sono momenti in cui la vita ci riserva emozioni e sorprese amare; come in una roulette, il nostro destino può cambiare rapidamente, a seconda che la pallina si fermi sul pari o sul dispari, sul nero o sul rosso.
“Lady Be Good” non è solo il titolo di un celebre musical andato in scena a Broadway nel 1926, ma rappresenta anche la storia di un aereo e del suo equipaggio. Si trattava di un bombardiere B-24 D Liberator, contrassegnato dal numero di serie 41-24301, in servizio con l’Aeronautica militare statunitense durante la Seconda Guerra Mondiale. Questo aereo faceva parte del 514° Squadron Bombardieri, di stanza a Soluch Field, in Libia.
Il “Lady Be Good” era un velivolo nuovo di zecca, consegnato al 376° Gruppo il 25 marzo 1943. Fu selezionato, insieme ad altri tredici B-24 Liberator, per una missione di bombardamento su Napoli prevista per il 4 aprile. L’equipaggio del “Lady Be Good” arrivò a Soluch il 18 marzo, e solo diciassette giorni dopo partì per la sua prima operazione.

In quel periodo, l’Italia era devastata da frequenti bombardamenti americani. Nonostante Mussolini fosse stato allontanato dal potere, Badoglio era ancora alleato con i tedeschi e continuava a combattere al fianco di Hitler.
Era domenica, il 4 aprile 1943, e il tempo era avverso.
L’aereo Lady Be Good decollò per ultimo, ma i forti venti e la ridotta visibilità gli impedirono di riunirsi con il resto della formazione. Nove B-24 rientrarono rapidamente alla base a causa di una violenta tempesta di sabbia che aveva compromesso i motori. Gli altri quattro, dopo cinque ore di volo, arrivarono a Napoli, ma a causa della scarsa visibilità dovettero rinunciare al bombardamento. Si orientarono verso un obiettivo secondario, ma solo due di essi riuscirono a sganciare le bombe.

Lady Be Good raggiunse per ultima il bersaglio, sorvolando il cielo di Napoli e compiendo il suo drammatico compito seminando morte e distruzione. Quel giorno, 220 persone persero la vita e si contarono 387 feriti.

Intraprese poi il viaggio di ritorno in solitaria. A mezzanotte, comunicò con la base segnalando problemi con il radiogoniometro e richiedendo la posizione attuale. Purtroppo, non si resero conto di aver già superato la base e di essere diretti verso il deserto. Credevano di trovarsi ancora sul mare e, molto probabilmente, confusero le increspature della sabbia, visibili nell’oscurità, con le onde marine. Proseguirono per altri 800 chilometri verso il confine con l’Egitto, quando, a causa della mancanza di carburante, tre dei quattro motori si spensero. Alle due del mattino, tutto l’equipaggio si lanciò con i paracadute e indossò i salvagenti, convinto di cadere nel Mediterraneo, ma ovviamente non fu così. L’aereo continuò a volare fino a schiantarsi nel Calanshio, spezzandosi in due tronconi.

“Non vedendo rientrare la squadra, la base aerea lanciò una missione di ricerca, ma si credette che l’aereo si fosse inabissato nel Mediterraneo e si concluse che era ‘disperso in combattimento’.”

Per il “Lady Be Good”, la guerra finì quel giorno; l’aereo e il suo equipaggio divennero uno dei tanti casi di Missing in Action. Il 2 settembre 1945 la guerra si concluse e tutto venne dimenticato, fino a una mattina del 9 novembre 1958. Un gruppo di ricercatori petroliferi inglesi avvistò il relitto e contattò le autorità della Wheelus Air Base, che all’epoca era la più grande base americana situata in Libia, occupata dagli inglesi, segnalando le coordinate del velivolo.

Ma gli inglesi non raggiunsero il relitto e non istituirono alcun Recovery Team. Il 27 febbraio 1959, un altro ricercatore inglese, Paul Johnson, avvistò il relitto alle coordinate 26°42′45.7″N 24°01′27″E, 440 miglia a sud-est di Soluch. Finalmente, si istituì una squadra di recupero che arrivò sul relitto il 26 maggio 1959.


L’aereo si presentava spezzato in due tronconi ma era ancora perfettamente conservato. Le mitragliatrici erano ancora funzionanti così come la radio. All’interno della cabina di pilotaggio vennero trovati viveri, e nei thermos c’era ancora acqua potabile.



I danni ai motori indicavano che almeno uno al momento dell’impatto girava ancora. L’aereo scese di quota lentamente fino a strisciare sulla sabbia subendo alla fine pochi danni. L’unica cosa che mancava, oltre ai paracadute, era l’equipaggio. Non c’era traccia di corpi, né sull’aereo né nei dintorni. La cosa più probabile era che si fossero lanciati prima dell’impatto.


Nel Febbraio 1960, l’esercito americano avviò un’inchiesta e organizzò diverse missioni per trovare i corpi dei poveri aviatori. Le ricerche portarono alla scoperta di cinque corpi e delle tracce di altri tre, che si erano incamminati verso nord. La notizia del ritrovamento suscitò tanto scalpore in America che il governo fu pressoché costretto a istituire immediatamente un’altra operazione di ricerca per gli altri dispersi.

L’operazione congiunta tra esercito e aviazione si chiamò “Operazione Climax”, ed era volta a setacciare l’area interessata. Gli inglesi trovarono il corpo del sergente Shelley il 12 maggio 1960, a 21 miglia a nord-ovest rispetto ai cinque corpi già recuperati. Dirottato in zona, uno degli elicotteri statunitensi utilizzati nell’operazione avvistò dall’alto il corpo del sergente Ripslinger il 17 maggio 1960. Il corpo si trovava a 26 miglia a nord-ovest rispetto a quello di Shelley. Nell’agosto dello stesso anno, gli esploratori inglesi trovarono anche l’ottavo membro dell’equipaggio, il luogotenente Woravka, che fu poi recuperato dagli uomini dell’U.S. Air Force. I resti furono trovati a poche miglia dal luogo dell’incidente. Indossava ancora il suo paracadute, che sembrava aver funzionato male durante il lancio, facendolo cadere verso la morte. Date le circostanze, fu probabilmente il più fortunato del suo equipaggio.




Sui corpi del Copilota Robert Toner e dell’ingegnere Harold J. Ripslinger furono trovati dei diari che descrivevano in parte ciò che era successo. Le sofferenze del viaggio attraverso il deserto e come dopo essersi gettati con il paracadute, otto dei nove uomini si ritrovarono tutti insieme con l’aiuto dei bengala di segnalazione.
I diari



Diario del Co Pilota Robert F. Toner
DOMENICA, APR. 4, 1943
Napoli – 28 aerei. Le cose sono ben confuse – Mi sono perso al ritorno. Senza benzina, ci siamo lanciati. atterrati nel deserto alle 2:00 del mattino, nessuno si è fatto male seriamente, non riusciamo a trovare John, tutti gli altri presenti.
LUNEDI ‘5
Inizia a camminare N.W., ancora niente John. poche razioni, 1/2 borraccia d’acqua, 1 tappo pieno al giorno. Sole, abbastanza caldo. buona brezza da N.W. Notte molto fredda, niente sonno. Riposato e camminato.
MARTEDÌ 6
Riposo alle 11:30, sole molto caldo, senza brezza, pomeriggio d’inferno, nessun aereo, ecc. abbiamo riposato fino alle 17:00. camminato e riposato tutta la notte, 15 min. di marcia ,cinque di riposo.
MERCOLEDI ‘APR. 7,1943
Stessa routine, siamo tutti esausti, non siamo andati molto lontano, si prega sempre, di nuovo pomeriggio molto caldo, diavolo. Non riesco a dormire. Ognuno dolorante a terra.
GIOVEDI ‘8
Abbiamo superato alcune dune di sabbia, una faticaccia, vento sostenuto e pieno di sabbia, siamo tutti ora molto deboli, pensavano che Sam e Moore fossero morti. Gli occhi di LaMotte sono vitrei, gli occhi di tutti gli altri stanno male. Andiamo ancora a N.W.
VENERDÌ 9
Shelley, morto, Moore si è distaccato in cerca di aiuto, il resto di noi sono tutti molto deboli, gli occhi fanno male. Nessuno riesce ad andare avanti, tutti vogliono morire, ancora pochissima acqua. Di notte la temperatura scende fino ad 1 grado, vento sostenuto da nord, nessun riparo, 1 paracadute rimasto.
SABATO APR. 10, 1943
Pregiamo raccolti tutti insieme per un aiuto. Nessun segno di niente, un paio di uccelli; vento sostenuto da N. siamo davvero deboli, non possiamo camminare, dolori ovunque, tutti vogliono morire. Notti molto fredde, niente sonno.
DOMENICA 11
Ancora in attesa di aiuto, ancora in preghiera, gli occhi in pessime condizioni, siamo ridotti a scheletri, doloranti dappertutto, potremmo farcela se avessimo dell’acqua; quanto basta per bagnarci la lingua, speriamo in un aiuto molto presto, niente riposo, sempre nello stesso posto.
LUNEDI ’12
Nessun aiuto ancora, notte molto (illeggibile) fredda.


Diario dell’ingegnere di volo Harold J. Ripslinger:
DOMENICA
Missione a Napoli, Italia. decollo ore 15:10 e sganciato (sic) bombe alle 22:00. Perso tornando. lanciati 2:10 A.M. sul deserto (sic).
LUNEDI
La mattina ci siamo ritrovati tutti tranne Moravka. Abbiamo aspettato un po ‘e iniziato a camminare. Abbiamo consumato 1/2 panino (sic) un pezzo di caramelle e tappo d’acqua nelle ultime 36 ore.
MARTEDÌ
Ci siamo svegliati presto ed abbiamo iniziato a camminare fino allo sfinimento. Un cucchiaino d’acqua oggi. Il resto dei ragazzi sta bene.
MERCOLEDÌ
Abbiamo camminato dalla mattina fino a quanto abbiamo potuto. Terribile pomeriggio caldo. Abbiamo ripreso alle 18:00 e camminato tutta la notte. Un cucchiaio pieno d’acqua è tutto.
GIOVEDI
Stanchi di tutto. Riusciamo a malapena a camminare. E’ il nostro quarto giorno fuori. Poche gocce d’acqua ciascuna. Non posso resistere ancora a lungo senza aiuto. Abbiamo pregato.
VENERDÌ
5 ° giorno e tutti sfiniti. a mezzogiorno ci sentivamo di morire, faceva così caldo. Giorno e notte ok. Due gocce d’acqua!
SABATO
Abbiamo camminato tutto il giorno e la notte. Guy, Moore ed io ci siamo avventurati da soli.
DOMENICA
Domenica delle Palme. Stiamo ancora lottando per uscire dalle dune e trovare l’acqua.

Una vera e propria agonia. Coscienti di ciò che sarebbe inevitabilmente accaduto, si incamminarono verso Nord e spesso ebbero miraggi, vedendo la costa e il mare. Abbandonarono gli stivali e parte dei vestiti con l’intento di aiutare eventuali soccorritori.
Riuscirono a sopravvivere per otto giorni, dal 5 aprile al 12 aprile 1943, con una sola borraccia d’acqua, percorrendo 136 km nel deserto. Il corpo di Moore, il nono uomo, non venne mai recuperato, anche se si sospetta che sia stato trovato e poi seppellito da una pattuglia di soldati inglesi prima del 1953. Durante una missione, infatti, trovarono resti umani molto vicini a quelli di Shelley e Ripslinger. Vennero fotografati e subito ri-sepolti senza un’inchiesta formale.
Randy Skinner – B-24 Liberator, Lady Be Good
Se l’equipaggio avesse saputo che il loro aereo era caduto a pochi chilometri da loro, senza danni rilevanti e, soprattutto, con la radio funzionante, si sarebbero sicuramente salvati. Scelsero di andare a nord anziché a sud, puntando tutto sul “Rosso”, ma alla fine usci “Nero”.
Con il cuore pesante, iniziarono a camminare verso il tramonto, nutrendo la speranza che il destino potesse ancora riservare loro un’opportunità. Mentre il cielo si tingeva di rosso, un pensiero li accompagnava: forse non è ancora finita. Tuttavia, otto giorni di cammino nel deserto, privi di acqua e cibo, si rivelarono un peso insostenibile. Alla fine, esausti e rassegnati, si dovettero arrendere all’inevitabile, lasciando che il crepuscolo avvolgesse le loro speranze in un silenzio pesante e malinconico. Riposino in pace.

Il caso del Lady Be Good è stato citato indirettamente in alcuni film, tra cui Sole Survivor, un film di Paul Stanley per il canale televisivo ABC del 1970 che raccontava la storia dei fantasmi di un B-25 caduto nel deserto libico.

Una storia simile venne usata per il primo episodio “Re Nove non tornerà” (King Nine Will Not Return) della seconda stagione del 1960 della serie televisiva Ai confini della Realtà.

Alcune parti del Lady be Good sono in mostra al National Museum of the United States Air Force. Un’elica è situata davanti al municipio di Lake Linden, casa di Robert E. LaMotte. Elica che ha girato come una roulette per i nove uomini segnando il loro destino purtroppo fermandosi sulla latitudine sbagliata.

La nostra storia finisce qui, in coda all’articolo avrete l’opportunità di scaricare una fantastica compilation con il B24 come protagonista. Unisciti a noi in questo viaggio attraverso la storia e il gioco, e se hai proposte o altro non esitare ad inviarci un messaggio.
Selezione ispirata all’episodio trattato:
B-24 (1987)(SSI).d64
B-24 (1987)(SSI)[cr The Crue].d64
Lady’s Men.zip
Night Raider (1988)(Acme Software).d64
Night Raider (1988)(Acme Software)[cr MCG – Napalm].d64
Night-Raider-PSN.d64
Solo Flight, Dam Busters, Zaxxon+2, Pitfall!, Aces Up, Mule.d64
Solo Flight, Dam Busters, Zaxxon+2, Pitfall!, Aces Up, Mule.g64
THE DAM BUSTERS .PRG

credit:
https://it.wikipedia.org/wiki/Lady,_Be_Good
http://www.rcaeromodellismo.it/main/2014/lady-be-good-laereo-fantasma/
Vi lascio con questa meravigliosa canzone. Ella Fitzgerald canta “Oh, Lady be Good!”
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